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Cosa penso della Sentino.

Avevo chiesto a Claudio una canna corta per torrenti stretti, leggera e per code 2/3, con vettino responsivo e pedone utilizzabile, una canna che dovesse lavorare in spazi non superiori ai 10/12 metri.

In questi ambienti è spesso indispensabile infilare la mosca in pertugi molto stretti, in rigiri d’acqua a volte di un palmo o poco più, quindi serve una canna con un vettino sensibile e che si carichi facilmente, così come a volte serve di far lavorare il pedone, per imprimere un diverso caricamento.

Com’è logico, avendo chiamato la canna Sentino, l’ho provata sul torrente omonimo da cui prende il nome e il risultato è andato oltre le aspettative 🙂

La Sentino, con coda #2, soddisfa pienamente i requisiti che avevo richiesto, è facilmente gestibile con brevi escursioni delle articolazioni, il vettino si carica e scarica con una fluidità tale che lo shooting raggiunge e supera facilmente e senza il minimo sforzo, più della metà della coda in volteggio e questa è una caratteristica essenziale in posti dove gli ostacoli sono dovunque e gli spazi sono sempre troppo corti.

Inoltre, la capacità di lavorare in maniera perfettamente dosabile dal vettino al tallone, permette di interessare solo la punta, per loop stretti, come anche, scendendo, la pancia e il tallone, per adattarsi alle esigenze di lancio.

Si riescono a fare, senza il minimo sforzo, lanci superiori ai 15 metri e, utlizzando un po’ più di tecnica, sono convinto che si può arrivare anche al tutta coda, ma non era l’ambiente adatto per provarlo e neanche mi interessava farlo, la canna non è nata per questo.

Con coda #3 le cose cambiano leggermente, in quanto la canna si carica un po’ di più, forse qualcuno direbbe che si carica meglio, i lanci in lunghezza acquistano qualche metro pur lasciando fluida la gestione del vettino, i tempi di caricamento e risposta si allungano di qualche frazione di secondo ma restano comunque rapidi.

In breve, utilizzarla con l’una o l’altra coda è solo questione di gusti personali, perché una volta assodato che la canna compie esattamente il suo lavoro in quanto a caricamenti, scaricamenti che possono essere gestiti in tutta la sua lunghezza, poi il resto sono sensazioni soggettive.

Quanto a questo e qui andiamo sul personale, la Sentino è una delle canne più piacevoli che mi è capitato di provare, non perde mai il contatto con la coda, trasmette sempre quelle vibrazioni dolci che solo il legno può donare.

Com’è normale, in un attrezzo così corto, pur essendo fatto in bamboo, il peso è poco e se in una prova senza coda sembra di non avere niente in mano, quando ci si ritrova nell’uso in pesca, si ha la netta percezione di avere in mano una canna perfettamente bilanciata e che pesa né più né meno di quello che serve, complici anche gli anelli in titanio, il portamulinello a vite e il sughero corto da impugnatura avvolgente.

Conclusioni: la Sentino è uno splendido risultato, specie se pensiamo che è il primo attrezzo del genere sfornato da Claudio, in sostanza un prototipo, l’unica modifica che si può proporre, nelle prossime eventuali versioni, è un irrobustimento del pedone di un 20/25% in modo da privilegiare ancora di più il lavoro del vettino, ma anche questa è questione di gusti e, comunque, tutto da provare.

Marco Rossi

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Sensazioni  Scoltenna :

Amico e bravo costruttore di mosche, adesso devo ammettere che anche nelle costruzione delle canne in bamboo è riuscito a trovare quella dimensione equilibrata fra dinamiche tecniche e piacere di pesca, grazie anche al bagaglio tecnico da istruttore sim, la canna reagisce perfettamente a tutte le esigenze del pescatore.

La  vetta flessibile permette un caricamento morbido e omogeneo, mentre il tallone garantisce sicurezza e potenza  adatta per pescare a secca  e con piccole e medie ninfe, questa canna regala un piacere di pesca unico per la sensibilità ed eleganza con il lancio e con un pesce allamato.

Bianchi Daniele (white) Lo scozzese